CESAROPAPISMO
Sistema di relazioni tra potere civile e religioso in forza del quale il primo si attribuisce il diritto di intervenire in ogni ambito della vita religiosa. Manifestatosi già con Costantino con l'assunzione della vecchia carica imperiale di pontifex maximus da parte degli imperatori romano-cristiani, si diffuse nel mondo bizantino, ove i sovrani si definirono uguali agli apostoli. Questa teoria e prassi politica fu poi fatta propria dagli zar di Russia. Contro il cesaropapismo combatté la Chiesa cattolica, in particolare con Gregorio VII, Innocenzo III e Bonifacio VIII, che gli contrapposero, a loro volta, soluzioni teocratiche. A cominciare dal tardo Medioevo alcune monarchie nazionali, e fra le prime la Francia di Filippo il Bello, si orientarono verso interventi di tipo cesaropapista (gallicanesimo). Fra questi si affermarono gli istituti del placet e dell'exe-quatur regi rispetto alle delibere papali. Anche in ambito riformato, sia luterano che anglicano, prevalse spesso l'idea della supremazia del principe in materia religiosa. Nei secoli XVII e XVIII questi aspetti del cesaropapismo si tradussero nelle forme del giurisdizionalismo, confessionale o laico, che subordinava gli ecclesiastici, in quanto sudditi o cittadini, alla giurisdizione dello stato e poneva quest'ultimo come arbitro nei casi di interferenza tra stato e chiesa.
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